
Il datore di lavoro può ricorrere all’investigatore privato?
Il datore di lavoro in alcuni casi può ricorre all’investigatore privato per il controllo dei dipendenti, presupposti ed esempi pratici:
I principi di base sono i seguenti:
Il lavoratore
è tenuto ad eseguire le proprie mansioni con diligenza osservando – come espressamente afferma l’art. 2104 c.c. – “le disposizioni per l’esecuzione e per la disciplina del lavoro impartite dall’imprenditore e dai collaboratori di questo dai quali gerarchicamente dipende”. E’ quindi il datore di lavoro che esercita sul lavoratore un potere di controllo consistente nell’impartire direttive sull’attività lavorativa e che, in caso di inosservanza da parte del lavoratore, può sfociare – a norma dell’art. 2016 c.c. – in una sanzione disciplinare, sanzione che nei casi più gravi consiste nel licenziamento per giusta causa.
Una recente sentenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 8707/2025) ha chiarito che il datore di lavoro che sospetta comportamenti infedeli di un proprio dipendente può legittimamente avvalersi di “detective privati” per l’attività di controllo diretta alla tutela del patrimonio aziendale purché tali controlli non riguardino l’attività lavorativa vera e propria, controlli che in questo caso sono riservati al datore di lavoro e/o ai sui diretti collaboratori, il tutto nel rispetto di quanto disposto dallo Statuto dei lavoratori e della normativa sulla privacy.
Alcuni casi concreti in cui il datore di lavoro può utilizzare l’investigatore privato
Utilizzo improprio dei permessi ex legge 104 / 1992
In questo caso il licenziamento è stato giudicato legittimo dalla Corte di Cassazione in quanto il datore di lavoro ha accertato, tramite agenzia investigativa, che il lavoratore aveva impiegato parte del suo tempo per attività personali, in particolare per uscite in bicicletta.
Uso improprio dell’auto aziendale
Il caso esaminato dalla Suprema Corte ha ritenuto legittimo il licenziamento del dipendente che in diverse occasioni, timbrato la propria presenza in ufficio si allontanava dal posto di lavoro utilizzando il mezzo concesso esclusivamente per lo svolgimento dell’attività lavorativa per fini personali. Anche in questo caso i fatti erano stati accertati anche mediante il ricorso ad agenzia investigativa.
Prolungate pause durante l’attività lavorativa
La Corte di appello, confermando la pronuncia del Tribunale aveva ritenuto legittimo il licenziamento del dipendente a fronte di pause osservate durante l’orario di lavoro e, in particolare, le frequenti e prolungate soste in alcuni Bar dei Comuni dove il lavoratore aveva svolto servizio, anche in questo caso tale comportamento accertato tramite una agenzia investigativa.
Le nostre fonti:
Legittimo il licenziamento per troppe pause al bar smascherate dall’investigatore privato
Condividi