
Le principali notizie dal mondo della privacy – gennaio 2025
Pubblicazione foto /video dei minori di 14 anni sui social – obblighi
Il Garante Privacy ha chiarito che la pubblicazione sui social di foto/video che ritraggono minori di 14 anni deve essere preventivamente autorizzata da entrambi i genitori soprattutto nel caso di genitori non più conviventi a prescindere dal fatto di affidamento condiviso.
L’intervento del Garante è arrivato in seguito al reclamo di una madre che lamentava la pubblicazione di foto di suo figlio sul profilo di Facebook del padre.
La pubblicazione non autorizzata sui social di immagini di bambini sotto i 14 anni è considerata illecita sancendo una responsabilità diretta per i genitori che decidono di pubblicare tali contenuti.
I ragazzi con età superiore ai 14 anni possono autonomamente autorizzare la pubblicazione.
In ogni caso la pubblicazione di immagini deve sempre tutelare la dignità dei minori ed evitare ogni forma di sfruttamento.
https://www.youtube.com/watch?v=L2onB6so30A
Cessione dell’archivio Gedi a OpenAI
Il Garante Privacy blocca la vendita dell’archivio GEDI a OpenAI: “Milioni di dati personali a rischio con ChatGPT“.
Secondo quanto stabilito da Garante con provvedimento del 27 novembre l’editore di Repubblica e la Stampa (Gruppo GEDI) non può cedere tutto l’archivio indistintamente ma deve preservare i dati sensibili che si trovano nelle sue pubblicazioni.
Il provvedimento è stato notificato a tutte le società del gruppo (Gedi News Network Spa, Gedi Periodi e Servizi Spa, Gedi Digital S.r.l., Monet S.r.l. e Alfemminile S.r.l.)
Il Garante nel suo provvedimento, reso noto il 29 novembre scorso, ricorda al gruppo editoriale che “È vietato trattare dati personali che rivelino l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l’appartenenza sindacale, nonché trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona”.
Il Garante ritiene che la cessione indiscriminata potrebbe mettere a rischio i dati di milioni di persone. “Gli archivi digitali dei giornali conservano le storie di milioni di persone, con informazioni, dettagli, dati personali anche estremamente delicati che non possono essere licenziati in uso a terzi per addestrare l’intelligenza artificiale, senza le dovute cautele”.
Sempre secondo il Garante infatti “Sulla base delle informazioni ricevute, l’Autorità ritiene che le attività di trattamento sono destinate a coinvolgere un grande volume di dati personali, anche di natura particolare e di carattere giudiziario, e che la valutazione d’impatto, svolta dalla società e trasmessa al Garante, non analizzi sufficientemente la base giuridica in forza della quale l’editore potrebbe cedere o licenziare in uso a terzi i dati personali presenti nel proprio archivio a OpenAI, perché li tratti per addestrare i propri algoritmi”.
Negli archivi dei due giornali tali contenuti sono sicuramente presenti, basti pensare che in passato tutti i giornali non solo quelli del gruppo GEDI, non si facevano certo scrupoli a pubblicare notizie in tema, ad esempio, di omosessualità o dati personali di carattere giudiziale o di origine raziale.
Ed infin il Garante infine ritiene, “come non appaiano sufficientemente adempiuti gli obblighi informativi e di trasparenza nei confronti degli interessati e che Gedi non sia nelle condizioni di garantire a questi ultimi i diritti loro spettanti ai sensi della disciplina europea sulla privacy, in particolare il diritto di opposizione”.
Prima di vendere i suoi articoli a OpenAI, per addestrare ChatGPT, la dirigenza del gruppo editoriale dovrà tenere conto delle prescrizioni del Garante relative alla tutela dei dati sensibili delle persone che vengono citate nei vecchi articoli dei giornali. Vi è l’esigenza di anonimizzare l’identità delle persone in base al tipo di informazioni che vengono trattate, con ogni probabilità tale tematica non era stata correttamente considerata nel momento dell’annuncio dell’accordo di cessione dell’archivio storico di GEDI.
Va detto che diverse testate, ad esempio, Le Monde o il Financial Times hanno già sottoscritto accordi simili, la RAI ha deciso di non cedere il proprio archivio per addestrare sistemi di intelligenza artificiale.
Provvedimento del 27 novembre 2024 [10077129] – Garante Privacy
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